Auguriamo a tutti una Buona Pasqua con una riflessione di Vervein, studente dehoniano e membro del nostro direttivo.
“È ovvio che la Pasqua sia innanzitutto una festa religiosa e cristiana, ma ognuno può trovare un proprio significato, perché di fatto Pasqua significa “Passaggio”. Essa segue il ciclo lunare e viene sempre celebrata dopo la prima luna piena di primavera. Inoltre ci richiama che tutta la vita è fatta di “passaggi”: siamo nati, cresciamo, ci trasformiamo, ci evolviamo e poi moriamo. La domanda che ci potremmo fare è la seguente: la morte è l’ultimo passaggio della vita? Alcuni diranno di sì! Altri no! Sembra che la natura stessa ci dica che la morte non ha l’ultima parola sulla vita. Basterebbe, infatti, guardare la fine dell’inverno! Quando arriva la primavera, tutto ciò che sembra morto rinasce: fiori, alberi,… Anche gli animali che si nascondevano durante tutto l’inverno, escono dal loro letargo. La vita riprende il suo corso normale. È la primavera, è una vita nuova; è il passaggio dalla morte alla vita. È vero che alcuni passaggi sono più difficili degli altri: la morte è uno di questi! A vederla così sia per i credenti che i non credenti, la vecchiaia, la malattia, la sofferenza sono o faranno parte della nostra vita. Ecco perché, tutti ci poniamo le domande che possono essere sollevate da questa realtà: cos’è la vita? La morte è un diritto o una conseguenza della vita? La sofferenza è un male necessario? La Pasqua ci invita a riflettere sul significato della vita, sul senso della vita e questa riflessione non è solo per credenti e cristiani, ma è per ognuno.
La religione cristiana, infatti, non è soltanto una dottrina, essa è un fatto, un’azione e non un’azione del passato, ma è un’azione del presente in cui si ritrova pure il passato e dove si avvicina il futuro. È in questo che contiene un mistero, un mistero di fede, perché si afferma che oggi diventa nostra l’azione che un Altro ha compiuto in precedenza e di cui ne vedremo i frutti in noi solo più tardi. Celebrare la Pasqua è inoltre ricordarci che il Venerdì Santo precede sempre la Domenica di Pasqua; ma anche questo è un passaggio. Come dico spesso: “La morte e la risurrezione di Gesù sono un passaggio”. Non si concludono nel passaggio. Anzi, il passaggio è fatto per passare, andare oltre. Oggi, sempre più persone, credenti o meno, si interrogano sulla fine della vita, sulla sofferenza e sulla morte e il passaggio sembra un punto di arrivo nella situazione odierna. Potremmo allora farci la domanda: nella momento in cui il passaggio si ferma, come possiamo e dobbiamo aiutarlo a passare? Cosa potremmo fare noi?
Inoltre è importante non dimenticare che il passaggio, la Pasqua, è un momento importante perché ci permette di fare una pausa nella folle corsa incessante di questa vita moderna e che ci dà l’opportunità di sederci con i parenti e amici per condividere e celebrare e magari ricordare chi soffre ed è più in dificoltà. Se il carattere religioso di Pasqua è sempre più nascosto, non dobbiamo dimenticare che questa festa è un’opportunità per riproporre quei valori che se riusciamo a praticare più spesso possono rendere migliore la nostra società.”