Progetto 42: Un banco come ponte 2

Obiettivo: creare un collegamento tra le scuole elementari e medie del Comune di San Lazzaro di Savena e il Collegio della Divina Misericordia in Congo

Lunedì 12 settembre AUPAT ha partecipato all’incontro organizzato dal Comune di San Lazzaro di Savena in cui sono state presentate in Mediateca le attività formative per il nuovo anno scolastico 2022-2023 inserite nel POT (Piano delle Offerte formative Territoriali).
Il progetto “Un banco come ponte” è stato presentato alle insegnanti sia della scuola primaria che secondaria e al momento 7 classi hanno attivato il progetto per il prossimo quadrimestre di cui 3 appartenenti alle elementari e 4 alle medie. L’anno scorso tale progetto ha riscosso molto successo ed è stato attivato da un totale di 8 classi del territorio sanlazzarese.
Il progetto si compone di 2 incontri:

• il primo di sensibilizzazione sul consumismo in cui viene presentata l’associazione e proposto di rinunciare al superfluo per 10-15 gg coinvolgendo anche amici, famigliari e parenti. Ad ogni alunno viene consegnato un salvadanaio a fronte dell’impegno di piccole rinunce giornaliere.

• il secondo di riflessione sulle difficoltà e tipologie delle rinunce e di paragone dei diversi stili di vita.

Video e cartelloni aiuteranno gli alunni a notare le similitudini e le differenze tra la nostra giornata tipo e quella di un coetaneo del Collegio della Divina Misericordia.
Al termine degli incontri gli alunni potranno scegliere se donare o meno le rinunce ad AUPAT finanziando così delle altre borse di studio per gli alunni più meritevoli congolesi che potranno continuare gli studi.
Ci auguriamo che anche questi nuovi alunni sanlazzaresi accolgano con entusiasmo la possibilità di mettersi in gioco rinunciando al superfluo per donare a chi è meno fortunato.

Per quanto riguarda il materiale scolastico purtroppo è ancora in attesa di essere spedito poiché la Croce Rossa ha avuto molte difficoltà legate alla pandemia per organizzare la spedizione. Stiamo cercando altre soluzioni e siamo in contatto con un padre comboniano che ci farà sapere al più presto sperando che i banchi dismessi delle scuole di San Lazzaro abbiano una seconda vita in Congo!

Progetto 41: Un Natale per tutti

Lancio: Dicembre 2022
Ultimazione:

Scopo: acquisto dei regali di Natale per i bambini ospiti del centro diurno e partecipazione alla spesa per gli alimenti per le famiglie più in difficoltà

Obiettivo raccolta: 2.000 €
Contributi assegnati: 1.500 €

A qualche anno di distanza dal precedente progetto abbiamo deciso di tornare a supportare le Sorelle della Fraternità di Braila (Romania).
La nostra referente in loco è sempre Suor Michela, di origine romagnola e ben conosciuta dalla parrocchia di San Disma a Mura San Carlo, che ci lascia questo messaggio: “Si conclude un anno intenso, fatto di emozioni, esperienze, relazioni. Dalla fine dell’estate ad oggi non sono stati solo compiti, ma abbiamo iniziato a lavorare su noi stessi, sulle nostre emozioni. Siamo caduti e abbiamo avuto la forza di rialzarci… abbiamo imparato che se mettiamo un pizzico d’Amore in ciò che viviamo, anche i momenti difficili si possono superare. Abbiamo distribuito vestiti, letti, lenzuola calde e imbottite per prepararci all’inverno. Ora inizia il tempo di Natale e vogliamo prepararci alla gioia di accogliere una nuova vita che possa rendere la nostra migliore. Saranno giorni intensi e noi siamo pronti a viverli fino in fondo. Buona preparazione al Natale a voi, amici che vegliate su di noi, e grazie per camminare insieme a noi aiutandoci a realizzare il sogno di Dio a Braila”.
Con l’emergenza Ucraina ancora presente, il centro diurno rimane un punto di serenità e crescita per molti bambini di Braila e dintorni. La volontà è quella di far trascorrere a loro e alle loro famiglie un Natale il più sereno possibile.

Progetto 40: – Letto maternità in Kenya

Lancio: Marzo 2022

Ultimazione:

Obiettivo raccolta: 2.000
Contributi assegnati: 1.500

“Mi chiamo Yasmin e sono un’ostetrica diciamo vagabonda, fin dall’università infatti, ho sentito il bisogno di combinare la mia professione con la mia passione e curiosità verso il mondo, verso culture e popoli diversi da dove sono cresciuta e così è stato: Brasile, Tanzania, Mali, Mozambico e Kenya, paesi molto diversi tra loro con diverse culture e modalità assistenziali.
Da 6 anni il Kenya è diventata la mia casa, vivo e lavoro nel nord del paese, nella contea Samburu, in un ospedale governativo (pubblico).
Un luogo magico ed affascinante nella sua unicità, lontano circa 8 ore dalla capitale, fatto di tradizioni molto forti ed estremamente radicate, che a volte stridono con la realtà in continuo mutamento e le nuove generazioni che inevitabilmente cambiano.
Coesistono in maniera più o meno pacifica, a seconda dei periodi, tre tribù: Samburu, Turkana e Pokot, tutte e tre pastorali e seminomadi.
Io ed il mio compagno siamo gli unici Mzungu (bianchi/europei) nell’ospedale; siamo stati assunti direttamente dal governo keniano e quindi senza mediazioni di ONG esterne, una grande sfida quotidiana e nello stesso tempo un’opportunità rara, la possibilità di vedere e soprattutto vivere la realtà dall’interno, facendone parte, cercando di apportare un cambiamento nel proprio quotidiano, sfida dopo sfida, difficoltà dopo difficoltà.
L’ospedale in cui lavoro è l’ospedale di riferimento di tutta la contea che conta circa 400mila abitanti, l’unico ad avere la sala operatoria e la disponibilità, anche se troppo spesso saltuaria, di sangue, risorsa fondamentale in una realtà in cui i pazienti arrivano con 2 3 gr/dl di HB (emoglobina).
Tutti i casi più complessi e le emergenze ostetriche vengono riferite dai dispensari periferici alla nostra maternità, che ormai è arrivata a più di 2000 parti l’anno.
Il carico di lavoro, in netto aumento rispetto al 2016 quando sono arrivata, e la costante carenza di personale, fanno della nostra maternità un luogo davvero caotico, ma estremamente stimolante in termine di sfide quotidiane.
Spesso e volentieri mancano farmaci, come antibiotici o antidolorifici, oppure materiale di prima necessità per lo svolgimento quotidiano delle attività, come guanti, garze, kit per le disinfezioni degli strumenti o della sala parto; ma nonostante questo si continua, si va avanti paziente dopo paziente emergenza dopo emergenza.
Negli anni, grazie alla generosità di donatori vari dall’Italia e non solo, sono riuscita a raggiungere piccoli, ma per noi, grandi traguardi, grazie all’acquisto di un cardiotocografo, 2 letti da parto dinamici che permettono l’uso di posizioni alternative durante il travaglio e parto, un buon tiralatte ospedaliero e cuscini per l’allattamento, kit per le mamme che partorivano in ospedale e cuffie e calze per i tantissimi bimbi che si affacciano alla vita troppo presto, i piccoli prematuri.
La strada è ancora lunga e decisamente in salita, le sfide ancora troppe, ma l’entusiasmo è rimasto lo stesso di sei anni fa, poiché sono ancora fermamente convinta che “il Mondo si cambi un bimbo alla volta, una nascita alla volta”.

Questa è la lettera che Yasmin ostetrica di Mantova ha scritto per raccontarci di se’ e della realtà africana che ha scelto di vivere insieme al compagno, chirurgo ortopedico.
Il progetto n 40 sarà dedicato alla loro realtà, alla maternità nella quale lavora Yasmin per l’acquisto di un letto da parto, presidio essenziale per nascite in sicurezza, dando la possibilità alle mamme di poter partorire in posizioni più agevoli e sicure.
Il costo complessivo del letto sarà di 3000 euro di cui Aupat sosterrà l’acquisto fino a 2000 euro. Per i restanti 1000€ vi sarà la preziosa collaborazione con Find the Cure Italia, organizzazione no profit che ha già finanziato progetti a sostegno della maternità dell’ ospedale pubblico di Samburu.

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