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Progetto 45: Iniziativa di soccorso nel Campo Profughi Simisimi‐Kisangani

Lancio: Marzo 2025

Scopo: Iniziativa di soccorso nel campo Profughi Simisimi‐Kisangani

Obiettivo raccolta: 1.500 €
Contributi assegnati: 0 €

“Nel mese scorso, febbraio 2025, ci siamo radunati come confratelli scj a Kisangani nella nostra sede principale dove è iniziata la nostra presenza di missionari dehoniani in Congo. Con amarezza abbiamo constatato le condizioni di vita penose di quasi mille persone rifugiate nella missione St. Gabriel sulla riva destra del fiume Congo. Accampati sotto delle tende‐hangar di fortuna e nelle sale della missione con fuochi di campo per preparare il cibo, installazioni sanitarie fatiscenti, difficile reperimento dell’acqua potabile.
Sono chiamati ‘profughi interni’ perchè interni al Congo, vittime di un conflitto etnico tra le due tribù Mbole e Lengola che ha interessato diversi villaggi, tra i quali Yatolema, Osio, Losilo, Yaleko… sulla riva sinistra del fiume Congo, all’altezza di Kisangani, a causa dei terreni coltivati da decenni dalla tribù Lengola che ha dovuto di forza abbandonare i luoghi e migrare altrove.
L’autorità del governo provinciale aveva venduto questi terreni ad una società agricola per la produzione dell’olio di palma corrompendo i capi tradizionali che hanno beneficiato di qualche bustarella (monnaie de singe – in francese) obbligando poi la popolazione a spostarsi altrove cercando nuove terre da coltivare, entrando così in conflitto con la tribù vicina, gli Mbole. Il conflitto è divenuto violento ed armato provocando vittime da entrambe le parti. Spaventata, una gran parte della popolazione Lengola, e soprattutto il gruppo dei Kumu, ha attraversato il fiume per mettersi al riparo dalle minacce e dagli attacchi al machete.
La nostra missione di Kisangani a Simisimi St. Gabriel sta lavorando assieme ad altre autorità politiche e amministrative per risolvere il conflitto e far rientrare i profughi nei loro rispettivi villaggi, ma l’assistenza in cibo, cure mediche, scuola per i bimbi (alcuni dei quali sono ridotti o spinti all’accattonaggio) è lontana dall’essere sufficiente. Nessun organismo internazionale o statale si è mobilitato per l’emergenza che pian piano rischia di divenire una piaga cronica.
Per questo, un aiuto in cibo o quant’altro di urgente, in collaborazione con la missione di St. Gabriel potrebbe essere benefica nel breve periodo, sapendo che i tempi africani per risolvere i problemi complessi diventano sovente tempi cosiddetti ‘biblici’; infatti è oramai più di un anno che questo campo profughi è stato installato all’arrivo dei fuggiaschi, ma non si vedono ancora soluzioni accettabili a breve termine.”

p. Renzo Busana

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