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Progetto 31 – Sudan – Omdurman

Istruzione in Omdurman

Lancio: Dicembre 2017

Ultimazione: Dicembre 2018

Obiettivo raccolta: € 1.500

Contributi assegnati: € 1.500

Il progetto “Istruzione in Omdurman” nasce dalla proposta di Suor Maria Rosa Venturelli fatta durante il suo intervento all’assemblea AUPAT lo scorso maggio 2017. In quella occasione, Suor Maria Rosa ci ha sottolineato che “favorire la cultura è far crescere la dignità di un popolo nel vivere i valori umani e cristiani della libertà, della giustizia, della dignità umana”.

Il progetto si realizza in Omdurman nella periferia di Khartoum ed è nato e gestito dall’impegno delle suore Comboniane presso la loro scuola femminile.

La finalità del progetto è aiutare le famiglie povere che non hanno il denaro per inviare le loro figlie a scuola. A causa della guerra nel Sud Sudan, infatti, molte famiglie cristiane stanno scappando verso il Nord, cercando una integrazione nella scuola cristiana per i loro figli. Alla sfida educativa si aggiunge anche il compito ancora più alto che è quello dell’integrazione e convivenza religiosa.

Il valore del progetto permetterà il sostegno parziale o totale di alcune famiglie (si ipotizza dalle 15 alle 20) che sarà utilizzato per coprire le spese di istruzione scolastica.

Referente del progetto: Suor Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana.

Aggiornamenti dal Mozambico

Padre Daniele Gaiola, di ritorno dal suo viaggio in Mozambico, in questo articolo ci aggiorna sul progetto “ACQUA PULITA… E BUONA PER TUTTI”.

Pur essendo stato in Mozambico nel mese di agosto, mi è stato impossibile per via di tempi e di costi, visitare Beira e il suo arcivescovo. Comunque avevo avuto un incontro con lui in luglio qui in Italia, per cui vi porto gli aggiornamenti del progetto che abbiamo scelto di sostenere e che riguardano la sistemazione di una perforatrice e il suo invio attraverso container. Vi ripropongo alcune parole e dati che mons. Claudio Dalla Zuanna ci riferisce su questo progetto, sulla sua importanza e la gratitudine nei confronti del nostro concreto appoggio.

«La nostra non è una guerra per l’acqua – afferma l’arcivescovo di Beira mons. Claudio Dalla Zuanna –, come qualcuno prevede accadrà a breve altrove, disastrosamente e a livello planetario, ma molto più semplicemente una piccola e quotidiana battaglia per ottenere ed utilizzare dell’acqua pulita e difendersi dalle conseguenze fastidiose e talvolta nefaste delle malattie causate dalle amebe e dai parassiti o vermi intestinali».

L’acqua è vita e la costruzione o il ripristino di pozzi d’acqua in Africa, rappresentano la speranza che l’acqua divenga per tutti un reale diritto fondamentale ed universale. L’iniziativa tra ispirazione dal Giubileo della misericordia voluto da papa Francesco, volendo cosi rispondere all’invito evangelico “date da bere agli assetati”, una delle opere di misericordia presenti al capitolo 25 del Vangelo di Matteo. Papa Francesco chiede nell’Enciclica Laudato si’ al n. 30 che l’acqua sia disponibile per i poveri, perché «negare loro l’accesso all’acqua potabile, significa negare il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità».  Dare da bere agli assetati significa in primis procurare acqua a chi ha sete vera.

Dati ufficiali Onu ricordano che oltre due miliardi di uomini e donne per mancanza di acqua vivono in condizioni sanitarie che rendono le loro esistenze precarie e ne abbreviano la durata. Dunque l’acqua è un diritto, non una merce da mettere sul mercato, e il poter usufruire dell’acqua per dissetarsi e vivere degnamente è un diritto essenziale all’uomo!

Il progetto “Acqua pulita… e buona per tutti” ha l’obiettivo di portare l’acqua nelle zone più povere e abbandonate della diocesi di Beira, dove la prima causa della mortalità infantile è riconducibile alla mancanza di acqua potabile.

La siccità a causa dei cambiamenti climatici, colpisce il sud della diocesi e la pesante svalutazione della moneta locale (-70% in 4 mesi nei confronti dell’euro) hanno reso molto problematico garantire l’alimentazione nei convitti delle scuole rurali. Ci sono zone dove le persone percorrono più di 5 Km a piedi per avere la possibilità di accedere a una fonte d’acqua, ma insufficienti per i tanti che vi attingono, a volte anche 500 famiglie e il loro bestiame. Veramente si comprende il significato dell’espressione: l’acqua, è speranza di vita.

Grazie alla collaborazione di alcuni volontari italiani, tecnici esperti in materia, si sta approntando un camion munito di trivella e di quanto necessario per la costruzione dei pozzi nelle varie missioni della diocesi. I pozzi che saranno affidati alle comunità cristiane del territorio che provvederanno a garantire l’accesso all’acqua per tutti e anche all’opportuna manutenzione del pozzo e della pompa.

Il container partirà a fine anno 2017 e grazie ad una cospicua donazione in denaro fattaci da un’azienda locale e alla cessione gratuita di una trivella da parte di una seconda azienda, sarà possibile completare il progetto pozzi in Mozambico.

In particolare, la perforatrice è stata revisionata e alcuni nostri soci stanno imparando a usarla. A fine anno tutta l’attrezzatura sarà spedita alla Diocesi di Beira in Mozambico. Monsignor Claudio dalla Zuanna ha già individuato alcuni giovani del luogo, che saranno istruiti dai nostri volontari per essere autonomi nella gestione della macchina. Questo è davvero un importante progetto che ci consentirà di fornire acqua potabile a numerosi villaggi, dove ora molti bambini ma anche tanti adulti muoiono per problemi gastrici  causati dalla ingestione di acqua inquinata.

«Dentro questa realtà missionaria di Beira- conclude il vescovo Claudio dalla Zuanna- anch’io imparo pian piano a essere vescovo. Un dono grande che conta sul sostegno di tante persone care che, anche se da lontano, partecipano al mio ministero con le loro preghiere e aiuti. Tra questi, tanti confratelli, amici e benefattori. Su ognuno di voi chiedo la benedizione del Signore e per me il ricordo nelle vostre preghiere».

 

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